10, 71 Autograph Book 10, Stanza 72 Naples 10, 73  
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O bello Arcita mio, sanza ragione

hor foss'io morta il che 'n questo mondo

venni, poi ti doveva esser cagione

di morte et torti di stato giocondo!

Donde giammai sentir consolatione

non credo in me, ma sempre di profondo

chor mi dorrò dopo la tua partita,

se dietro ad te rimangho, caro Arcita.

O bello arcita mio sança ragione

hor fossiọ morta ildi chen questo mōdo

venni poị tidoveva esser cagione

dimortẹ ⁊ torti di stato giocondo

donde giammaị sentir cōsolatione

nō credo ī me ma sempre di profondo

Chor mi dorro dopo latuạ partita

sedietro ad te rimangho caro arcita

Obello arcita· mio sanza ragione

orfossio morta ildi chenquesto mondo

venni poi tidoveva ese chagione

dimorte etorti distato giochondo

donde giamai sentir chonsolazione

noncredo in me masenpre diprofondo

Chuor midorro dopo latua partita

sedrieto adtte non vengho ocharo arcita "atte" orig. "adte"; d changed to d

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