— Che?— li rispose allora Palemone.
Arcita disse: — Io veggho i
che già p
ferì se io no
istral dorati tene,
sovra la corda,
che me; no
ch'io miri questa che tanto mi piace.—
Che lirispose allora palemone
arcita disse io veggho īlor colui.
chegia ꝑ danne ilpadre diphetone
feri seio nō erro, ⁊ īman dui
istral dorati tene ⁊gia lun pone
sovra lacorda ⁊nō rimira altrui
cheme, nō so seforse lidispiace
chio miri questa chetanto mipiace,
Chellirispose allora palamone
arcita disse iveggio illor· cholui
chegia ꝑ darne ilpadre difetone
feri· sio non erro ein man dui
istral dorati tiene egia lunpone
sopra lachorda enon rimira altrui
Chem~e nonso seforse lidispiace
chimiri· questa chetanto mipiace