Et poi co
lo 'nnamorato Arcita si voltava
ispesse volte la città mirando,
seco sovente così ragionando:
“De, qua
partir del locho ch'io dovrei odiare,
se dengnamente volessi op
Et poi cō tempo iniquo cāminādo·
lo nnamorato arcita sivoltava
ispesse volte lacitta mirando.
⁊ quīdi lei veduta sospirava
seco sovente cosi ragionando
de quāto po amor poi chemi grava
Partir dellocho chio dovrei odiare
se dengnamente volessi oꝑerare.
Eppoi· chontenpo iniquo chaminando
loinnamorato arcita sivoltava
ispesse volte lacitta mirando
equindi lei veduta sospirava
secho sovente chori ragionando
dequanto puo amor poi· chemigrava
Partir del locho chio dovrei odiare
sedegniamente volessi operare